La nostra vita e la guerra di oggi

Anche se siamo al sicuro tra le mura delle nostre case, la guerra continua a raggiungerci attraverso i giornali, la televisione e Internet. Ci raggiunge attraverso la presenza di tante donne ucraine che si stanno prendendo cura delle persone più fragili del nostro territorio come “badanti”.

Ci poniamo una domanda: come stiamo vivendo questo evento drammatico? Quali sentimenti si muovono dentro di noi?

Papa Francesco, ha detto oggi che ha il “cuore straziato” per quanto accade in Ucraina, chiede di non dimenticare le “guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen in Siria, in Etiopia”, e ribadisce: “Tacciano le armi: Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza, perché chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali“. 

Chiediamo a tutti gli abitanti (anche solo per alcune ore) della casa sul Pozzo di tradurre in una parola il proprio stato d’animo.

La parola rivela il cuore dell’uomo, fa vedere il nostro cuore, mostra quello che abita in noi.

Siamo invitati a consegnare questa parola che raccoglie la risposta alla domanda e di scriverla sul tabellone all’ingresso della casa, per trasmetterla ad altri ed aprire così un circuito vitale.

È un atto responsabile, perché una volta scritta quella parola appartiene a chi la legge e alla vita di tutti.

 “Le parole hanno un peso: ci permettono di esprimere pensieri e sentimenti, di dare voce alle paure che abbiamo e ai progetti che intendiamo realizzare, di benedire Dio e gli altri”. Il Papa ricorda che “con la lingua possiamo anche alimentare pregiudizi, alzare barriere, aggredire e perfino distruggere i fratelli: il pettegolezzo ferisce e la calunnia può essere più tagliente di un coltello!”. 

Papa Francesco conclude: “Domandiamoci allora che genere di parole utilizziamo: parole che esprimono attenzione, rispetto, comprensione, vicinanza, compassione, oppure parole che mirano principalmente a farci belli davanti agli altri? E poi, parliamo con mitezza o inquiniamo il mondo spargendo veleni: criticando, lamentandoci, alimentando l’aggressività diffusa?” 

Suggeriamo di prenderci 5 minuti del nostro tempo per entrare nella tenda del silenzio (al secondo piano della casa sul Pozzo) e di raccoglierci per intercedere = metterci in mezzo al conflitto.

Cosa posso fare per ridurre l’aggressione?

Gli appuntamenti di questa settimana

28 febbraio

  • ore 16.30 raccolta viveri e vestiari per l’Ucraina a cura del Cambioarmadio
  • ore 20.45 MINO – presentazione familiare del libro guida appena pubblicato

01 marzo

  • ore 18.30 incontro su spiritualità e politica oggi

02 marzo

  • Giornata di preghiera e di digiuno per chiedere la cessazione della guerra
  • ore 21 nella Basilica di san Nicolò – Veglia di preghiera per la pace assieme alla comunità ortodossa russo/ucraina.