Intervista a padre Angelo riguardo al calendario clarettiano 2024

Riprendiamo l’intervista a Padre Angelo Cupini, pubblicata sul sito internazionale della congregazione clarettiana.

https://www.claret.org/it/ricordare-come-gesu-e-i-suoi-discepoli-vivevano-con-le-donne-calendario-clarettiano-2024/

P. José Enrique, CMF, ha avuto l’opportunità di parlare con padre Angelo Cupini, missionario clarettiano che ha dedicato oltre cinquant’anni al servizio dei più poveri ed emarginati della comunità lecchese, durante la formazione permanente dei Clarettiani di Sanctus Paulus a Roma. L’impegno costante di padre Cupini per la solidarietà e l’integrazione dei giovani tossicodipendenti e migranti ha avuto un impatto duraturo sulla comunità lecchese. Nella seguente intervista, padre Cupini condivide le sue intuizioni sul tema che hanno scelto per il calendario clarettiano che hanno prodotto per il 2024: la profezia delle donne, e la loro importanza fondamentale nella vita di fede e di comunità.

Padre Cupini, cosa ti ha ispirato a dedicare il calendario claretiano 2024 alle donne?

È una domanda che mi sono posta pensando alla questione del calendario 2024. Sarò diretto con la risposta. Come esseri umani, abbiamo tutti abitato il corpo di una donna all’inizio della nostra vita e sono stati nutriti, allevati, educati, curati, e anche feriti da una donna o da una moltitudine di donne nel corso del tempo. Tuttavia, come ha scritto una donna, è stato il momento in cui ho capito che anche il mio corpo, crescendo, sarebbe diventato il corpo di una donna che tutto è cambiato. Ho capito che se non mi fossi opposto in qualche modo, da adulto, avrei anche occupato solo spazi marginali e posizioni periferiche. Sorge quindi la domanda: come vengono percepite e vissute le donne nella nostra vita quotidiana, anche nelle comunità clarettiane? Ci sono atteggiamenti di paura, di esclusione? Ogni giorno, si sente parlare di abusi, una realtà orribile. Ma guardare a questi terribili buchi neri dell’umanità non dovrebbe distrarci dalle responsabilità di un ritardo nel coinvolgimento delle donne nella vita ecclesiale e civile. Ci sono comunità e uomini di Chiesa che non abusano ma non sono ancora in grado di dare la dovuta importanza alle donne che partecipano alla vita della Chiesa. Abbiamo scelto un piccolo cammino con le seimila copie del calendario: ricordare e suggerire come Gesù e i suoi discepoli vivevano con le donne.

E per quanto riguarda la profezia delle donne, cosa puoi dirci?

La profezia delle donne è passare dalle parole ai fatti, dal parlare al fare, dal proclamare di essere oltre la cura del cibo, della crescita, della malattia o dell’amore. Loro ci dicono, uomini di molte parole, come inginocchiarsi davanti ad un altro perché si alzi. Lo dicono nella fedeltà quotidiana. Vogliamo riconoscere il loro fondamentale contributo alla vita delle comunità. Ci lasciamo guidare da come Gesù si mosse per incontrare la donna con il profumo, la suocera di Pietro, la piccola vedova di Gerusalemme, la donna ricurva, la persistente cananea, Marta, la samaritana, la donna adultera, la donna con il flusso di sangue, le donne ai piedi della croce, Maria Maddalena, le donne della risurrezione. Allo stesso modo, abbiamo letto di questioni che partono dal corpo delle donne, dallo sforzo dei ragazzi per costruire relazioni, per accendere il desiderio profondo, per posizionare le donne in un modo che permette il cambiamento. Riconoscete la capacità profetica delle donne anche nelle fondazioni femminili, nel giardino delle Beghine e nella storia di Maria di Nazaret, la donna del popolo che Dio ha scelto come sua madre, e le voci e le azioni delle donne per un altro Iraq, come le donne della Resistenza italiana che hanno combattuto per la libertà, l’incoraggiamento di Papa Francesco per il mondo di oggi e la confessione delle opere di ogni donna.

Infine, cosa ti colpisce di più delle donne con cui hai lavorato e vissuto in tutti questi anni?

La loro resistenza al male e il loro investimento totale nel fare il bene. Si stancano davanti a noi uomini, ma riprendono fiato davanti a noi. Dobbiamo sostenerci a vicenda valorizzando i diversi ritmi dell’altro. In uno dei dipinti di Cerezo Barredo in una comunità dove celebra, la donna custodisce il Libro della Vita: annuncia e si prende cura della sua conservazione. Credo che il contributo delle donne sia decisivo nella semina della Parola nella vita degli uomini. Non avremmo potuto resistere a quasi cinquant’anni di esperienza di via Gaggio senza la loro presenza.