Lettera familiare della Casa sul Pozzo 91

Ottobre 2022

Care Amiche ed Amici,

invio questa lunga lettera che non racconta la vita alla Casa sul pozzo ma le questioni che ci sono a cuore, la pace e la cordialità di vita tra gli uomini. Ho pensato di farvi avere i testi detti durante il Presidio di Pace vissuto in piazza Cermenati a Lecco, alle 18 del 28 ottobre.

Ci collocano sull’oggi.

I testi proposti in piazza, sono stati preceduti dal sibilo della sirena (otto minuti quanti i mesi di guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina).

Un mondo senza pace. Almeno 23 conflitti ad alta intensità

La guerra non è solo in Ucraina, purtroppo. Secondo i dati più recenti sui conflitti dimenticati di Caritas italiana nel 2021 erano 22 quelli ad alta intensità. Con l’Ucraina si è arrivati a 23.

Se invece si tengono in considerazione anche le crisi croniche e le escalation violente si arrivava a 359 conflitti nel 2020.

I conflitti più importanti sono quindi 23, quasi come il numero degli stati dell’unione europea (che sono 27).

(Fonte: Agensir, 15 Aprile 2022 https://www.agensir.it/mondo/2022/04/15/ )

Uno dei conflitti relativamente recenti, ad alta intensità, si svolge da 5 anni in Mozambico.

Ricorrono infatti 5 anni dallo scoppio dei conflitti violenti nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, che hanno costretto quasi 1 milione di persone a fuggire. La situazione umanitaria a Cabo Delgado ha continuato a deteriorarsi e il numero di persone costrette alla fuga è aumentato del 20%, raggiungendo i 946.508 nella prima metà di quest’anno. Il conflitto si è ora esteso alla vicina provincia di Nampula, che a settembre è stata teatro di 4 attacchi da parte di gruppi armati che hanno colpito almeno 47.000 persone e ne hanno costretto alla fuga 12.000.

A settembre 2022, la somma di 36,7 milioni di dollari richiesti dall’UNHCR per fornire servizi di protezione e assistenza salvavita in Mozambico era finanziata solo al 60%

Il numero di persone in fuga dal Mozambico è paragonabile al numero di abitanti della Lombardia, quasi un milione di persone.

(Fonte: UNHCR, 4 ottobre 2022 https://www.unhcr.org/it/notizie-storie/notizie/quasi-1-milione-di-persone-sono-fuggite-durante-cinque-anni-di-conflitti-nel-nord-del-mozambico/ )

La spesa militare dell’unione europea.

In risposta alla guerra in Ucraina, l’UE ha annunciato che avrebbe, per la prima volta, finanziato e fornito armi letali a un Paese sotto attacco, nell’ambito della European Peace Facility, il cosiddetto Fondo strutturale per le Pace. E’ una mossa senza precedenti ma non il percorso militarista è iniziato da alcuni anni. All’entrata in vigore del trattato di Lisbona nel 2009, la base giuridica per creare una politica di sicurezza e difesa comune, si sono create linee di bilancio per assegnare finanziamenti a progetti militari. Dal 2017 al 2020, con quasi 600 milioni di euro, il Fondo Europeo per la Difesa ha già finanziato e rifinanzierà 62 progetti di ricerca e innovazione militare per i prossimi 6 anni (European Defence Fund EDF 2021-2027).

Le cifre disponibili mostrano che il 68,4% dei fondi a sostegno dell’industria militare va a Francia, Germania, Italia e Spagna, paesi dove hanno sede le maggiori aziende di armamenti e gli Stati membri dell’UE con il maggior volume di esportazioni di armi. Le aziende di questi quattro paesi coordinano 42 dei 62 progetti.

Nel 2019 la Commissione Europea ha annunciato i nomi dei 301 migliori scienziati e studiosi di tutta Europa che riceveranno un totale di 600 milioni di euro nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Orizzonte 2020. Tra i settori su cui lavoreranno i ricercatori di tutta Europa, grazie a questo nuovo finanziamento dell’UE, vi sono le conseguenze dei cambiamenti climatici, gli effetti a lungo termine degli additivi alimentari sulla salute e l’impatto degli strumenti online sul sostegno politico e sulla democrazia. E’ la stessa cifra destinata alle spese militari. È ragionevole?

(Fonte: Rete pace e disarmo, https://retepacedisarmo.org/2022/accendere-le-fiamme-come-lunione-europea-sta-alimentando-una-nuova-corsa-agli-armamenti/ )

I costi dei mezzi per fare la guerra.

I singoli mezzi e dispositivi per fare la guerra hanno dei costi elevatissimi. Per renderci conto del valore economico trasformato in armamenti, è utile paragonare i loro costi con i costi di taluni strumenti e mezzi per garantire la sanità pubblica.

Un sottomarino nucleare da attacco ha un costo di circa 2,8 miliardi di dollariCon questa somma si potrebbero invece acquistare 9 mila ambulanze.
 Si potrebbero pagare oltre 10 mila dottori per un anno con la spesa per una fregata.
Con circa 89 milioni di dollari si può acquistare un aereo da caccia.Questi soldi coprirebbero 3.200 posti letto in terapia intensiva.
 Un’ora di volo dell’aereo equivarrebbe al salario di un infermiere o infermiera per un anno.
Il valore di un carro armato è equivalente a 440 ventilatori meccanici, fondamentali per molti pazienti ricoverati in terapia intensiva a causa del COVID-19,440 ventilatori sono metà circa di quelli che servirebbero se le terapie intensive della Regione Lombardia fossero sature di pazienti.
 un singolo proiettile da 120 millimetri per il cannone del carro armato prima citato costa quanto effettuare 90 tamponi Covid.

( Fonte: il sole 24 ore, https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/07/21/medicine-vs-armi-un-proiettile-costa-90-tamponi/ )

(Fonte: osservatorio MILEX, https://www.milex.org/2021/11/19/nel-2022-spese-militari-oltre-i-25-miliardi-piu-di-82-per-nuove-armi/ )

Spese italiane per la difesa

Mentre i leader europei, riuniti al vertice di Versailles il 10 e 11 marzo 2022, hanno deciso una netta crescita delle spese militari, in Italia è stato approvato alla Camera, con 391 voti favorevoli su 421 presenti, un Ordine del giorno che vede il governo impegnato sul fronte dell’aumento delle spese per la Difesa fino al 2% del Pil (entro il 2024): secondo i dati dell’Osservatorio Milex, vorrà dire passare da 68 milioni a 104 milioni di euro al giorno, e da 25 a 38 miliardi ogni anno. Sulla decisione della Camera ha pesato l’invasione russa dell’Ucraina, che è riuscita a compattare i partiti di maggioranza sul voto.

Quasi 35 miliardi di euro è circa quello che spendono tutti gli italiani, in un anno, per tutte le forme di energia necessarie all’uso domestico.

(Fonte: Istat, Conti Ambientali  https://dgsaie.mise.gov.it/pub/sen/relazioni/relazione_annuale_situazione_energetica_nazionale_dati_2021.pdf – pag.69)

Spese militari italiane nell’estate 2022

Nelle settimane dopo lo scioglimento delle Camere, a luglio, il ministro della Difesa Guerini ha presentato richieste al Parlamento per oltre 12 miliardi di euro di spese militari.

Si tratta, nel complesso, di 21 programmi di riarmo.

Per una spesa di quasi un miliardo di euro, i primi 5 programmi ad essere stati approvati riguardano uno scudo antimissile, l’armamento per droni Predator, elicotteri per i Carabinieri, sistemi di ricognizione aerei e razzi anticarro. Questi programmi sono stati sottoposti al Parlamento il 26 luglio, pochi giorni dopo la caduta del governo, e le due commissioni Difesa del Senato e della Camera li hanno approvati all’unanimità molto rapidamente, rispettivamente il 2 e il 3 agosto.

La spesa maggiore verrebbe poi da altri 6 programmi – dedicati a nuovi pattugliatori e cacciamine della Marina, ammodernamento di elicotteri e cacciatorpedinieri per la stessa Marina e di carroarmati per l’Esercito e missili antiaerei – con un costo negli anni di oltre 6 miliardi di euro.

Il Ministero li ha presentati al Parlamento tra il 3 e il 10 agosto, e dovrebbero essere discussi dalla commissione Difesa della Camera a partire da settembre.

Infine, altri 10 programmi, per una spesa totale pluriennale di più di 5,5 miliardi di euro, sono stati inviati al Parlamento il 1° settembre. In particolare, si tratta di: elicotteri d’addestramento, spese per la gestione di droni, navi anfibie per la Marina, radiotrasmissioni, satelliti spia, bazooka, un sistema di piattaforma stratosferica, droni di sorveglianza, il potenziamento di capacità per brigata tattica e nuovi carri armati leggeri.

Negli ultimi due anni e mezzo, il Fondo sanitario nazionale italiano è passato da 114 a 124 miliardi.

I 12 miliardi di euro che il parlamento italiano sta destinando per scopi militari, tra l’estate e l’autunno 2022, sono poco più che la cifra di cui è stato incrementato il fondo sanitario nazionale dopo la pandemia.

(Fonte: Milex, https://www.milex.org/2022/09/08/le-spese-italiane-per-le-armi-non-si-sono-fermate-neanche-dopo-la-caduta-del-governo/ )

C’è una guerra che dura da più di 11 anni nel Mediterraneo, oggi largamente dimenticata, ma le cui conseguenze continuano a essere tragiche per migliaia di persone, quella in Siria.

Anche qui combattono i russi. La guerra in Siria ha fatto oltre 500mila vittime, 600mila se si considerano anche gli scomparsi; Mosca ha giocato e continua a giocare un ruolo importante.

Anche qui il numero dei profughi è impressionante; i rifugiati siriani sono moltissimi, quasi 7 milioni di persone sono fuggite dal paese, altrettante sono sfollate all’interno dei suoi confini. I paesi confinanti e vicini necessitano di un sostegno internazionale costante, avendo accolto con generosità oltre 5,6 milioni di rifugiati siriani: il numero più alto al mondo.

Alcuni siriani sono arrivati in Italia attraverso il sistema dei Corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese, dal Libano, oltre 2.300 persone. Oggi in Italia ci sono 6.633 siriani, dei quali 2.704 (oltre 1/3) sono donne.

Le vittime della guerra in Siria sono state oltre 500 mila. I rifugiati siriani invece sono circa 7 milioni, ovvero sono più di 1/10 della popolazione italiana. In tutta Italia abbiamo accolto finora 6.633 siriani, sparsi in tutte le Regioni: è il numero dei passeggeri di una sola grossa nave da crociera.

(Fonte: sito Comunità di Sant’Egidio e limes https://www.santegidio.org/pageID/30468/langID/it/itemID/45793/I-tanti-profughi-delle-guerre-dimenticate.html

https://www.limesonline.com/rubrica/limprofughi-siriani-ritorno-dati )

Ungheria e Italia, porte d’Europa a est e a sud

La “crisi europea dei migranti” ha avuto inizio nel 2013. Un numero sempre crescente di persone ha iniziato a muoversi, a piedi o con mezzi di fortuna, in cerca di asilo in Europa. L’anno che segna la svolta è il 2015. In quei mesi, secondo l’Ue, quasi 2 milioni di persone si sono trovate ai confini del continente, provenienti da zone di guerra come la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan, ma anche la Libia, il Mali o il Burkina Faso. Parliamo di viaggi molto pericolosi.

Gli stranieri entrati in Italia nel 2020 erano 42 ogni 10mila abitanti, una cifra diminuita di 23 unità rispetto al 2011. In Ungheria invece, sempre nel 2020, risultavano 77 gli immigrati ogni 10mila residenti. In questo caso, la cifra è aumentata nel corso del decennio (+49).

Il periodo di maggior flusso di profughi ucraini sia in Italia che in Ungheria è stato nel mese di marzo 2022, nelle prime settimane che hanno seguito l’invasione russa. Non sono disponibili dati ufficiali sulla durata della permanenza dei profughi nelle due nazioni, ma l’indagine sul campo conferma quanto suggeriscono i dati sulle domande di protezione temporanea nei due paesi: l’Ungheria è un luogo per molti di passaggio, dove le persone stazionano pochi giorni e a volte addirittura poche ore, prima di dirigersi a ovest. L’Italia, invece, è un luogo di approdo, dove molti rifugiati arrivano attraverso una rete di relazioni personali o familiari con la folta comunità ucraina (circa 235mila persone) che vive nel paese da diversi anni.

157mila Ucraini sono entrati in Italia dal 24 febbraio 2022 in poi, significa 27 persone ogni 10mila abitanti. E’ come se nella città di Lecco avessimo un centinaio di profughi ucraini. In effetti, in tutta la provincia, a maggio 2022, c’erano circa un migliaio di ospiti ucraini. Gli altri stranieri presenti in Provincia negli ultimi anni, a cui si sono aggiunti gli Ucraini, non erano molti di più, erano circa 1400 persone, 42 ogni 10mila abitanti.

(Fonte: openpolis https://www.openpolis.it/esercizi/in-cammino-verso-una-vita-migliore/)

In elenco raccolgo gli eventi di questo Ottobre alla Casa

Il 4 è iniziato Crossing con 40 adolescenti.  

11 Cena e si ospita da noi il gesuita Gael Giraud autore del libro “Transizione ecologica tra utopia e realtà”.

12 Cpia – Lavoro con la referente Anna Bellantoni per progettazione.

13 Incontri alla Cgil per preparare la manifestazione per la Pace.

17 e 18 incontro con i seminaristi di Venegono in città per Missione vocazionale.  

19 Incontro con i docenti del Cpia Fabrizio De Andrè per preparare il piano di lavoro dell’anno.

20 Incontro con i ragazzi della quinta elementare di Civate con la catechista.

22 Sarura – il futuro è un luogo sconosciuto (promuoviamo l’incontro assieme alla Rete Radiè Resch). Ospitalità a Giorgio Gallo dell’Università di Pisa.

23 Incontro con un guppo di famiglie di Galbiate che si progettano sullo stile missionario dei saveriani.

24 Festa di Antonio Claret: serata con commento musicale e presentazione del calendario 2023.

28 Manifestazione per la pace a Lecco, piazza Cermenati.

Gli eventi per il mese di novembre

7 Visita di Juan Martin superiore Provinciale dei Clarettiani e Gustavo Pez suo vicario. Ore 19.30 Cena e Assemblea per Soci e Volontari della Casa.

Inizio Lavoro con il Cpia il mercoledì mattino.

Inserimento di altri adolescenti per crossing.

8 Serata on line Ripartire dai sogni.  

10 A Parma Gruppo spiritualità, a Lecco incontro dedicato ai firmatari dell’accordo di rete con Impresa Sociale Girasole.

12 e 13 Apertura Cambio Armadio https://www.cambioarmadio.org/ 

14 Presentazione del Calendario 2023 a Segrate.e dal 21 /24 a Trieste 4×4 dei clarettiani.

18, 19 e 20 Cambio Armadio https://www.cambioarmadio.org/

26 Ragazzi di quinta di Tabiago in visita alla casa.

29 Serata organizzata insieme a L’Altra via sulla situazione in Iran.

Un augurio di un buon mese di novembre.

Angelo