Lettera familiare della Casa sul Pozzo 80

31 ottobre 2021

Carissimi

inizio questa lettera di fine ottobre con un messaggio che mi ha inviato il 21 ottobre Anna Panizza di Segrate e che riassume il suo e nostro stato d’animo.

Visto che il nostro gruppo è partito proprio dal calendario MC ti racconto di oggi.

Pomeriggio tardi dopo una giornata infernale entro in cucina e mi cade subito l‘occhio sul calendario MC perché’ alla foto di ottobre è sovrapposta in sbieco la foto di novembre. Non so perché’ ma sento che dai colori e disegno fitto di ottobre che non lascia spazio a null’altro, questo spazio bianco di novembre che accoglie il disegno giallo nero arancione, mi fa provare un senso di liberazione, come se nella giornata intensa e senza pause di oggi e di come tanti altri giorni, questo disegno mi volesse condurre a una via di scampo. E allora mi sono vista nella trama fitta di ottobre a beneficiare dello spazio bianco di novembre dove il vuoto intorno all’immagine rafforza i tratti del disegno e da vigore ai colori energizzandoli.

Proprio così, in un secondo la visione di questi due fogli affiancati in modo maldestro hanno messo in moto sentimenti contrastanti: il troppo che trova immediato ristoro nello spazio vuoto.

Anche per noi alla Casa l’ottobre è stato un mese intenso, pieno di vita, spesso in salita, che abbiamo vissuto con responsabilità.

Cosa è avvenuto?

Abbiamo partecipato in 49 persone della Casa alla Marcia della Pace Perugia/Assisi assieme ai rappresentanti del Comune di Lecco; il tema proposto alla marcia è stato quello della scuola di Barbiana “I Care”. Ci siamo preparati con incontri in modo particolare con i 23 adolescenti/giovani.

Abbiamo ripreso la tradizione di un incontro religioso/politico con adulti che stanno vivendo un servizio alla città; un’esperienza coordinata da Mauro Frigerio e alla quale prendono parte preti, amministratori, volontari. Alla cena si intreccia la parola sulla città e sulla vita a partire dalle esperienze di ognuno.

Abbiamo lavorato alla costruzione di un polo di animazione tra la Casa sul pozzo, il Cpia, la Moschea per realizzare una rete leggera per accompagnare giovani di immigrazione arrivati di recente.

E’ iniziata l’attività di crossing per quattro giorni settimanali (dal martedì al venerdì) pranzo compreso. Gli adolescenti sono costituiti in due bolle. Il mese di settembre era stato dedicato a colloqui personali per mettere a fuoco motivazioni e necessità dei singoli. Ripresa con i volontari della cucina e di crossing.

Una serata per Ripartire da fratelli tutti (on line), e un Tavolo dei senza fissa dimora del quale facciamo parte.

Come comunità clarettiana ci siamo incontrati a Segrate per una verifica con il padre Renato Caprioli sul tema della spiritualità. Il padre Elia Panizza ha terminato un mese di soggiorno all’ospedale di Gravedona, mentre don Flavio Colombo ha concluso una settimana a Villa Beretta di Costa Masnaga.

Intenso incontro con don Tommaso Nava, figlio di Betta, che parte per il Perù come fidei donum della Diocesi di Milano.  

Celebrazione dell’Eucaristia con Juanjo Gutierrez nella festa di Antonio Maria Claret il 24 ottobre. Juanjo è un giovane salvadoregno che è stato ordinato prete nella scorsa estate e vive a Roma in via dei Banchi Vecchi.

A fine mese hanno ripreso la frequenza alla casa i giovani di Artimedia. Ultimi ospiti i ragazzi del catechismo della quinta elementare di Civate per cogliere qualcosa della vita della casa.

A Molteno concelebrazione per i 25 anni di messa di Beppe Lavelli.  Alle 20.45 assemblea della comunità di via Gaggio per due proposte: una di mons Rolla e l’altra della decisione di vendere il primo piano dell’immobile di via Carlo Cattaneo.

A questi fatti avvenuti nel mese di ottobre aggiungo dei pensieri che sono andati rinforzandosi e che li affido anche a voi.

Siamo all’altezza di quello che la vita ci sta domandando oggi?

La questione della fratellanza è decisiva per i rapporti personali e per il modello di società al quale stiamo lavorando. Questa scelta l’abbiamo motivata anche nel calendario del 2021.

Abbiamo perso il nome delle persone. Quando ogni sera ci vengono dati i numeri dei morti per covid mi ritorna l’iniziativa della casa vissuta di fronte al numero dei morti affogati nel Mediterraneo; più di cinquecento persone cambiarono i numeri con i nomi. Convertire i numeri dei naufraghi agli affetti che non periscono.  Cosa lasciavano alle loro spalle questi naufraghi, cosa desideravano mettere di fronte alla loro vita?

Forse tutta l’esperienza religiosa e umana di questo tempo è quella di dare un nome, di far uscire dal vago e dall’innominato, di accompagnare ad una soggettivizzazione.

L’altro pensiero è per la rabbia che diventa violenza, negazione, rifiuto. Il governo si occupa di arginare il virus con i vaccini e l’indicazione delle prescrizioni dei comportamenti, ma chi si occupa del vuoto degli adolescenti, delle loro crisi di pianto e di parola? Come drenare questo fiume che si rovescia sulle vite distruggendo tutto?

L’unico modo che abbiamo è praticare la fratellanza per rendere possibile e credibile il tutto.

Non dobbiamo fare grandi rivoluzioni, dobbiamo fondamentalmente testimoniare con le nostre vite, nel nostro quotidiano, con i vicini, quelli che abitano dirimpetto a noi: il figlio del vicino è anche nostro.

Per compiere questa rigenerazione dobbiamo dissotterrare i talenti, le capacità di relazioni, i piccoli racconti della vita, gli occhi che scrutano la fatica e le ferite dell’altro.

Su questo fronte vogliamo investire tempo, intelligenze ed energie per far crescere un processo di presa di parola circolare…

Alcuni appuntamenti alla casa nel mese di novembre.

dal 6 al 14 Cambioarmadio. Il giorno 8 alle 21 (online) ripartire da fratelli. Inizio di crossing per gli adolescenti che frequentano il 1° anno delle scuole superiori. Due dialoghi tra cristiani e musulmani. Tutti i sabati dalle 9 alle 10 lavoro sulla Parola della domenica seguente.

L’augurio di un mese “buono evangelicamente” per ognuna/o.

Angelo