26 aprile – Donne e uomini camminano insieme: Dietrich Bonhoeffer

giovedì 26 aprile, ore 20.45 presso la Casa sul Pozzo incontro familiare sul calendario Donne e uomini camminano insieme: conosciamo Dietrich Bonhoeffer.

Pensatore ecumenico, teologo pacifista e martire. Il compagno del nostro tempo

Ancor più che ai suoi tempi, oggi siamo immersi in un mondo adulto, autonomo, che non sa che farsene di Dio e di una religione che si accontenta di offrire risposte inadeguate agli uomini.

È quanto mai necessario fare i conti con l’assenza di Dio, purificare la nostra fede da immagini superate, caricarci del confronto con il Cristo impotente sofferente.

L’eccezionale eredità lasciataci da Bonhoeffer – dalla sua vita e dai suoi scritti – attende ancora di essere capita, approfondita, sviluppata.

Solo così l’uomo contemporaneo potrà instaurare un rapporto autentico con Dio e definire il suo stare nella storia alla luce di un’autentica identità cristiana.

Paolo Perazzolo  – Famiglia Cristiana – 15 settembre 2015

Teologo luterano, si dedicò all’attività pastorale, con interessi e attività prevalentemente di natura sociale. Dopo l’ascesa di Hitler al potere divenne una delle guide della “chiesa confessante” e si batté con coraggio contro la chiesa filonazista dei “cristiani tedeschi”.

Scoppiata la guerra (1939), partecipò alla lotta, teorica e militare, contro il regime, approvando la teoria dell’uccisione del tiranno. Imprigionato nel 1943, riuscì a far uscire dal carcere testi, lettere e frammenti (raccolti successivamente in “Resistenza e resa”, 1951).

Fu impiccato il 9 aprile 1945, dopo un processo sommario.

Treccani, Enciclopedia online

LA PARABOLA Dl UN’ESISTENZA

Bonhoeffer è uno dei pochi teologi martiri di tutta la storia cristiana: è passato dalla cattedra all’università di Berlino, raggiunta da giovanissimo, alla forca di Flossembürg.

Ha vissuto quello che scrisse a suo nipote in occasione del battesimo:

Un po’ troppo tardi abbiamo imparato che non il pensiero, ma l’assunzione della responsabilità è l’origine dell’azione. Per voi – dice al nipote – pensiero ed azione entreranno in una relazione nuova. Penserete esclusivamente ciò di cui vi renderete responsabili agendo. Per noi il pensiero era spesso il lusso dello spettatore, per voi sarà interamente al servizio dell’azione.

Nella fase dell’università, Bonhoeffer si rende conto che la teologia accademica non è in grado di produrre un cristianesimo militante capace di vincere il paganesimo nazista. Per questo abbandona l’università e una brillante carriera, per buttarsi nella lotta della Chiesa Confessante. Dichiara, con grande scandalo, che fuori della Chiesa Confessante non c’è salvezza. Sostiene che la Chiesa Evangelica rimodellata secondo le direttive del Führer è una pseudochiesa, che offre una pseudosalvezza. Viene considerato un fanatico. Ma anche la Chiesa Confessante appare inadeguata, perché pensa solo a se stessa, tradendo il mandato divino. E allora l’attenzione si sposta dalla chiesa al mondo, al mondo diventato adulto, a Dio. Dalla cella del carcere ripensa al rapporto tra Dio e il mondo in termini nuovi.

EREDITÀ TEOLOGICA Dl BONHOEFFER

Anzitutto il tema della debolezza e impotenza di Dio. Solitamente Dio e onnipotenza sono ritenuti sinonimi. Dio si identifica totalmente con la condizione umana e quindi con la sua debolezza. Dio inoltre si oppone al Dio forte dei nazisti. Il tema della debolezza di Dio è estremamente presente nella riflessione teologica di oggi.

Altro aspetto centrale è la fedeltà alla terra. II primo interesse per il cristianesimo deve essere non l’esperienza religiosa dell’uomo, ma quello della salvaguardia e promozione della vita umana, della giustizia. Famosa è la sua affermazione sul compito dei cristiani: pregare e operare tra gli uomini secondo giustizia. Solo passando attraverso il mondo, assumendone pene, sofferenze, contraddizioni, si può entrare in un giusto rapporto con Dio. Occorre poi pensare il cristianesimo a partire dalla coscienza dell’uomo diventato adulto, prescindendo da una visione del mondo costruita a partire dall’ipotesi Dio. L’uomo contemporaneo organizza il mondo come se Dio non ci fosse. L’avvento di una coscienza secolare, nonostante gli attuali ritorni di Dio, si è verificata. Infatti per l’uomo contemporaneo, adulto, Dio non è più un presupposto. Allora come parlare di Dio in termini non religiosi?

Da ultimo Bonhoeffer ci invita a diventare umani per diventare cristiani. Gesù non ci chiama ad una nuova religione, ma alla vita. Nell’umanità di Gesù c’è il modello dell’uomo che vive il trascendente.

VIVERE DIO IN UN MONDO SECOLARIZZATO

Per Bonhoeffer l’Evangelo non propone un distacco da questo mondo, ma, secondo la linea dell’Incarnazione, l’immersione in questo mondo. L’EvangeIo unifica la realtà: Dio nel mondo, non Dio e il mondo. La ricerca di Dio non può avvenire lontano dal mondo, evadendo dalle realtà storiche. Per imparare a credere occorre evitare una duplice fuga: la fuga religiosa che si sottrae dal mondo e la fuga secolare che si libera da Dio per muoversi agevolmente nel mondo. Dio e mondo sono congiunti, sono riconciliati in Cristo. Occorre vivere Dio interamente nell’aldiqua.

Paolo Ricca, “Vivere Dio in un mondo secolarizzato: Dietrich Bonhoeffer” Verbania Pallanza – 20 aprile 1996

L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé.

Di solito, nel corso delle nostre esistenze, non parliamo volentieri di vittoria: è una parola troppo grande. Negli anni abbiamo subito troppe sconfitte, troppi momenti di debolezza, e cedimenti troppo gravi ce l’hanno sempre preclusa. Tuttavia, lo spirito che abita in noi vi anela, desidera il successo finale contro il male e contro la morte.

Dietrich Bonhoeffer