Lettera familiare della Casa sul Pozzo 62

30 aprile 2020

Care Amiche ed Amici,

sono passati due mesi dall’ultima lettera familiare (la 61 del 29 febbraio). Non è mancata la comunicazione quotidiana durante i mesi di marzo ed aprile con due cicli di interesse:

dentroilcoronavirus e coranoevangelo.

Scrivo questo breve testo per ringraziare Dio e tutti per quello che abbiamo attraversato e direi anche per come lo abbiamo attraversato. Abbiamo tentato di non sprecare questa risorsa desertica segnata dalla residenzialità costretta; una energia ci ha fatto vivere in ascolto della parola, mentre abbiamo vissuto un totale digiuno eucaristico condividendo la fame del pane di molti popoli. Non ci è stato possibile essere ospitali con chi era nel bisogno. Abbiamo condiviso il cibo preparandolo anche per un sacerdote anziano residente nel quartiere.

Abbiamo affrontato una serie di questioni che sono andate presentandosi.

Di fronte all’evidente cancellazione di tutte le attività di accoglienza della casa, piccola fonte di ingresso economico, nella previsione che tutto il 2020 sarà misurato da questo fatto, abbiamo attivato una domanda per procrastinare di nove mesi tre rate di uno dei due mutui bancari contratti per la realizzazione della casa. Abbiamo aperto una comunicazione con l’invio telematico del Bilancio Sociale a soggetti interessati alla vita della casa e proponendo una collaborazione.

Dobbiamo preventivare il costo che si genererà con il servizio della casa agli adolescenti, ai giovani e alle altre persone: mascherine, gel, organizzazione degli spazi, pulizia particolare per la tutela della salute di tutti e di ognuno.

Per i Missionari Clarettiani abbiamo realizzato il numero gennaio/aprile di MC e inviato telematicamente a oltre 1.000 contatti.

Crossing:

E’ stata generata lungo i giorni una rete di contatti telefonici e skype da parte di  educatori e volontari per il supporto ai ragazzi; per raccogliere gli stati d’animo ed offrire loro alcuni accompagnamenti di studio e di sostegno nelle difficoltà. Certamente non siamo riusciti a toccare tutti i partecipanti alla vita della casa. L’essere bloccati a casa non ci ha permesso di aprire uno sguardo sulle problematiche che certamente sono nate ed emerse in questi due mesi.

Si ha la percezione dello sbilanciamento nella vita degli adolescenti, tra notte e giorno, tra relazioni familiari, spesso con famiglie dilatate nel numero parentale o ridotte ai soli fratelli, nella carenza degli spazi per il proprio raccoglimento, e soprattutto, nella domanda: quale sguardo per il futuro sia scolastico che economico familiare e di vita è possibile ?

Con una immagine che mi è molto chiara stiamo arrivando al collo della bottiglia, e tutto diventa più faticoso. Quali ferite portiamo, generate in questi due mesi, e che ora esplodono ? Quale sostegno scolastico per una promozione che arriva d’ufficio ? Come mettere i piedi per terra e non fuggire altrove ?

Queste e molte altre questioni ci pongono nell’avviso di attivare (con tutte le regole di protezione) un’animazione e un accompagnamento a partire da appena ce ne sarà data la possibilità.

Questa preoccupazione ci attraversa sia per i giovani già in contatto con la casa sia per quelli che vivono nella città. Come allestire un ospedale da campo per adolescenti e giovani ?

L’invito è dedicare il mese di maggio/giugno ad una organizzazione seria e forte.

Possibilmente il luglio e qualcosa di agosto dovrebbe essere un tempo di sperimentazione. Ma sono discorsi che inizieremo a prendere in mano già dalla prossima settimana. Una preghiera e un saluto affettuoso e un invito a una collaborazione intensa.

Angelo