Calendario missionari clarettiani 2020

il calendario del 2020 dal titolo: Antonio Maria Claret = Amen

lo Potete trovare alla casa sul pozzo oppure richiederlo a info@comunitagaggio.it

Regalatelo anche ai vostri amici e promuovetelo, ne vale la pena.

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Il titolo: AMEN

Nota di Giuseppe Ricciotti – Enciclopedia Italiana (1929) Treccani

AMEN. – Parola ebraica (‘āmēn), passata anche in altre lingue semitiche (siriaco, etiopico, ecc.), nelle versioni greche e latine del Vecchio Testamento e nei varî testi del Nuovo. Deriva dalla radice semitica ‘mn col senso “sostenere, esser saldo”, quindi “esser sicuro, certo, veritiero”, ecc. Nella Bibbia è usato per lo più avverbialmente, sia per confermare ciò che altri ha detto (“sicuro! certo!”), sia per dare enfasi alla propria asserzione (“in verità! con sicurezza!”); qualche volta ha pure un significato ottativo, esprimendo il desiderio che avvenga ciò che si è detto. Quest’ultima accezione ha largamente diffuso l’impiego della parola nella liturgia giudaica sinagogale e in quelle cristiane, orientali, greche e latine, specialmente come conferma ottativa finale “così sia!”. Sotto la forma araba āmīn il vocabolo è penetrato anche nell’uso liturgico musulmano.

Dai Settanta fu tradotto per lo più γένοιτο, e nelle versioni latine derivate da questa (come nei Salmi) fiat, “avvenga”. Nel Nuovo Testamento si trova spesso amen (ἀμήη): ripetuto, con valore superlativo, nel IV Vangelo. Nei discorsi di Gesù, riferiti dai Vangeli, la frase ‘Αμὴν λέγω σοι (o ὑμῖν) si traduce meglio: “In verità ti (o: vi) dico”. Nell’Apocalisse (III, 14) amen diventa nome, ed è usato metaforicamente (ὁ ‘Αμήν, “la verità” o “il veridico”) per Gesù stesso.

Amen assunse il valore di acclamazione, come Alleluia. S. Paolo (I Corinzî, XIV, 16; cfr. II Cor., I, 20) ci è lui stesso testimone dell’abitudine di rispondere amen alle preghiere. Nella liturgia antica lo si trova dopo la consacrazione, dopo la comunione, e dopo dossologie o altre preghiere liturgiche; fu usato, come formula conclusiva, in fine ai simboli di fede (e si può tradurre, come vuole S. Agostino, verum est), penetrò nelle formule funerarie e negli amuleti, tanto che si trova in numerose iscrizioni e papiri. Talvolta è seguito dalle lettere greche kappa e thēta il cui valore numerico, 99, corrisponde alla somma di quelli rappresentati dalle lettere α (1), μ (40), η (8), γ (50).

Bibl.: F. Cabrol, in Dictionn. d’archéol. chrét. et de liturgie, I, i, s. v.

Amen è una parola abituale ma forse non così conosciuta nel significato; vale la pena offrire una chiave di lettura: siamo di fronte ad una vita compiuta, trasmessa, ricca di memoria feconda.

Il nome e cognome del Santo rivelano il soggetto.

Il motivo di questa dedicazione del calendario è costituito dal 150° anniversario della sua morte. L’altro motivo è l’eredità inventata ogni giorno da donne e uomini che fanno riferimento a lui: i/le clarettiani/e.

Il quaderno offre degli appunti per avvicinare la vita e alcuni momenti della vita.

Vi è un curriculum che tratteggia i momenti fondamentali.

I testi sono raccolti dall’Autobiografia, dal volume di Papasogli/Stano edito dalla Vaticana, da commenti attuali.

Ogni mese raccoglie una preghiera del Santo quale patrimonio interiore.

Il quaderno dei mesi e dei giorni, oltre i Santi della tradizione della Chiesa di occidente, vi sono note che rimandano alle feste religiose di varie religioni e ad eventi sui temi di giustizia e pace.

Le foto sono un aiuto alla contemplazione; mentre ogni mese viene offerta un’immagine di Antonio Claret nella iconografia di Mino Cerezo.

La copertina sviluppa il tema dell’essere illuminati e di trasmettere nell’umiltà, nella fragilità, nell’essenziale l’essere compagni degli uomini camminando insieme.

I due testi possono essere usati offrendoli come un’occasione di comprensione delle nostre radici per tutte quelle persone con le quali condividiamo i giorni e la missione. Possono offrire l’occasione per una prima conoscenza, anche per i giovani.

Sono uno strumento che va mediato, presentandolo, e proposto e magari commentato anche nelle preghiere offerte. E’ affidato soprattutto ad ognuno di noi. 

Angelo Cupini

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